Gio Ponti, architetto e designer del '900

Gio Ponti, architetto e designer del '900

Gio Ponti, architetto e designer del '900

Giovanni “Gio” Ponti, nato a Milano nel 1981 e morto nella stessa città nel 1979, è stato un importante architetto, designer, critico, direttore artistico e saggista italiano del dopoguerra. Durante la sua lunga carriera, si dedicò all’arte, alla pittura e all’artigianato.

 

Rappresenta il punto di riferimento dell’architettura italiana del Novecento, con particolare attenzione per il tema della casa e dello stile industriale, considerato un mezzo per rendere economicamente accessibile l’arredo contemporaneo.

 

L’inizio della carriera e i suoi progetti più importanti

Gio Ponti, dopo aver interrotto gli studi per combattere nella prima guerra mondiale, si laureò in architettura nel 1921 e aprì uno studio con altri architetti dell’epoca. Dopo alcuni anni, lavorò come designer per l’industria della ceramica Richard Ginori, vincendo il premio Gran Prix all’Exposition Internationale des Arts Décoratifs et Industriels di Parigi nel 1925.

Sempre per la Richard Ginori, Ponti realizzò lo stand dell’azienda per la Fiera Campionaria di Milano del 1928.

 

Durante la sua collaborazione con la Richard Ginori, Ponti si appassionò molto alle opere in ceramica, coniugando insieme tecnologia moderna, tradizione artigianale ed elementi classici per creare vari tipi di piatti, sculture, vasi e set di piastrelle in ceramica.

 

Nello stesso periodo fondò anche la rivista Domus, che diresse per tutta la vita, dedicata alle case all’italiana. Ponti sosteneva che le case italiane non presentassero una netta separazione tra interni ed esterni, grazie alla presenza di portici, terrazze, verande ed elementi architettonici affini. Inoltre, era convinto che il design di una casa dovesse rendere l’abitazione non solo vivibile, ma anche comoda e accogliente in base alle necessità dei suoi abitanti.

 

Gio Ponti designer: i pezzi più belli

Nel corso della sua vita, Ponti progettò moltissimi pezzi d’arredo tra cui librerie, sedie e lampade, come la lampada da tavolo Bilia, con la sua caratteristica base a cono in metallo laccato bianco e un diffusore in vetro soffiato bianco satinato di forma rotonda, posato sulla base.

Lampada Bilia Gio Ponti anni 70

 

Inoltre si dedicò alla progettazione di oggetti di uso quotidiano come posate, orologi, tessuti e anche oggetti nuovi e dal sapore molto contemporaneo come la parete attrezzata e come la coppia di tavolini d'appoggio, progettata con Pietro Chiesa per Fontana Arte.

Coppia tavolini da appoggio Gio Ponti

 

Lo stile raffinato e funzionale lo accostano al designer Vittorio Dassi, a cui è legato da varie e proficue collaborazioni, come quella che negli anni ‘50 li vede insieme a realizzare mobili modulari in legno di teak o palissandro, tra cui il letto matrimoniale con testata e comodini in sospensione, dal design scultoreo e minimalista.

Letto matrimoniale Vittorio Dassi Gio Ponti

 

Negli anni 50, disegnò la sedia chiamata Superleggera, prodotta dall’azienda Cassina dal 1957. Il progetto nasce dalla voglia di reinventare la classica sedia impagliata italiana, ovvero la sedia di Chiavari. La Superleggera, pur rimanendo vicina alla tradizione, si dimostrò effettivamente leggera, stabile ed economica anche da produrre. 

 

Sempre in quegli anni progettò per Cassina la poltrona modello 516, di cui abbiamo due esemplari restaurati in vendita sul nostro marketplace di arredamento vintage.

Coppia poltrone mod. 516 Gio Ponti

 

Tornando alle sedie, nel 1971 Ponti progettò la poltrona Gabriela, detta anche Sedia di poco sedile per via delle proporzioni particolari, che presentano una seduta molto ristretta e uno schienale grande.

 

Durante la sua lunga carriera, Gio Ponti ha contribuito alla progettazione e alla realizzazione di molti elementi d’arredo per grandi imprese e istituti di credito italiani, come questa coppia di comodini in legno.

Coppia librerie o comodini Gio Ponti per BNL

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