Rubiamo a Claude Monet un po' della sua geniale creatività

Rubiamo a Claude Monet un po' della sua geniale creatività

Ieri sera mia figlia mi ha chiesto  se avessi intenzione di andare a vedere la mostra di Claude Monet al Palazzo Reale di Milano. Come amante dell’arte potrei mai snobbare una mostra dedicata ad uno degli inventori del tanto amato Impressionismo?  Soprattutto io, da buon francese e per di più nato e cresciuto tra Parigi e Giverny, proprio dove si trova la casa di Monet? Eppure ancora non le ho risposto. Devo ammettere di essere indeciso. Voglio prima tuffarmi nel mondo di un’artista così originale e geniale, per evitare che la mostra diventi solo una semplice visita. 

Mi sorge dunque spontanea una domanda provocatoria: secondo voi  l’artista opera solo secondo la sua creatività e ispirazione del momento? Non è detto, è più un luogo comune, tanto che Claude Monet contraddice questo assunto.

Il suo mondo, fatto di diversi elementi, caratterizzanti lui e le sue opere, era in effetti molto pianificato. Lui controllava tutto.

In famiglia, imponeva ai figli, suoi e della seconda moglie Alice, la presenza al pranzo delle 12:00 in punto (facendoli per questo  uscire persino prima da scuola); la  casa, una “maison en meulière” (tipiche case indipendenti francesi che venivano costruite tra il 1880 ed il 1920 su due piani in pietre gialle e beige), era decorata in maniera molto vivace e curata nei minimi particolari secondo i suoi dettami: la cucina, ha voluto fosse piastrellata con maioliche di Rouen bianche e azzurre ed ammobiliata in maniera semplice, con un tavolo di grandezza media - per permettere di muoversi al meglio - in legno bianco con un cassetto all’estremità; la sala da pranzo era tutta gialla, con alcune raffinate credenze dell’800, un grande tavolo e una ventina di sedie gialle con seduta in paglia ricoperta da un cuscino; le camere erano occupate da ampi letti di legno dipinto di bianco, così come i comodini, mentre i divani e i daybed foderati di tessuto bianco con fiori, ricordavano la bellezza del giardino.

monet casa interni

Proprio il giardino fu da lui stesso disegnato e progettato (anche grazie ad una squadra di giardinieri che seguiva le sue indicazioni alla lettera) affinchè ogni fiore e colore diventasse un particolare necessario nei suoi dipinti.

Ogni elemento dunque è totalmente subordinato alla sua opera e agli effetti pittorici che ricercava senza sosta. Un tripudio di colori “che deliziava gli occhi” in cui, tra le decine di tonalità di verde, spiccavano tante altre meravigliose cromie quali il rosa delle ninfee che Monet vide per la prima volta all’Esposizione universale di Parigi del 1889 e di cui si innamorò perdutamente, il lilla del glicine, il rosso o il giallo dei tulipani, dei gladioli e delle dalie, l’azzurro ed il viola degli iris barbati.

monet casa giardino

Ciò che non poteva controllare era il clima particolare dell’Ile de France e della Normandia, con i suoi cieli che, in qualsiasi stagione, sono grigi e carichi di nuvole ma allo stesso tempo incredibilmente luminosi; i venti violenti, che raramente ho visto in Italia; i boschi umidi, fitti e scuri per via delle piogge, quasi quotidiane la maggior parte dell’anno. 

Anche questo fa parte del mondo di Monet e senza tuffarsi in questo ambiente fatto di luce, vento, odori di piante e di paesaggi colorati intorno alla sua bella casa di Giverny, diventa più complicato capire l’artista e la sua arte, così ben espressa dalle opere presenti alla mostra di Palazzo Reale.

Con l’augurio che possiate presto avere occasione per visitare gli interni della casa di Monet e lo splendido giardino da lui progettato, credo che anche da lontano, oltre a visitare la mostra, possiamo in un certo senso vivere un po’ nel suo mondo, almeno nelle nostre case. Si può per esempio adottare un arredamento vivace nello stile e nei colori così come fece lui e che tuttora è di una modernità incredibile ed in linea con le tendenze e i gusti di oggi.

Possiamo sederci su:

sedie thonet anni 30

Sedie Thonet, in legno, anni '30.

Arricchire il salotto con raffinate librerie:

libreria laccata bianca shabby

Libreria laccata 1800

Oppure pranzare su un semplice tavolo da cucina con i piedi azzurri:

tavolo anni 50 bianco vintage

Tavolo vintage da cucina in abete di colore azzurro

Pertanto, come disse un altro grande dell’arte come Picasso, “i bravi artisti copiano, il genio ruba”, rubiamo anche noi a Monet un po’ della sua geniale creatività che ci può aiutare nell’arredare le nostre case.

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Olivier Cater